Road To Eytc & Etc 2018 – Anno 2011: Mondiale di Ferrara

30 Maggio 2018

Caricata nel 2013Il nostro percorso è finalmente arrivato al Mondiale del 2011. In attesa del capitolo sul Mondiale Junior di Traiskirchen, chi meglio di Irene Fergnani, Marco Fergnani e Andrea Fergnani può raccontarci l’avventura italiana senior a Ferrara?

Maschile Senior:
Allenatrici
: Sabrina Basilico e Ilaria Calcaterra
Giocatori: Alessandro Aceti, Andrea Fergnani, Diego Carugati, Emanuele Tramacere, Filippo Gilli, Giacomo Zinetti, Giorgio Zinetti, Marco Fergnani, Michele Volonteri, Stefano Barabani, Stefano Cattaneo, Stafano Zaffaroni

Femminile Senior
Allenatori
: Giacomo Zinetti e Andrea Lanza
Giocatrici: Anna De Mezzo, Chiara Ravani, Francesca Castelli, Ilaria Calcaterra, Irene Fergnani, Laura Rebosio, Maria Negrisolo, Martina Morano, Michela Corbella, Sabrina Basilico, Simona Merlone, Valentina Lano

Raccontaci in breve l’evento: quali erano le squadre più temute e quelle con cui non vedevi l’ora di giocare, quale era l’obiettivo della rappresentativa italiana e quale il tuo obiettivo personale.

Irene Fergnani, Femminile Senior:
Mondiali a Ferrara: dunque, super evento, soprattutto per me dato che era l’occasione di giocare un campionato mondiale nella mia città. Se non sbaglio, era anche la prima occasione in cui l’Italia femminile partecipava ad un mondiale. Come squadra, era il terzo evento che giocavamo insieme, e l’obiettivo sul campo era sostanzialmente riuscire ad arrivare di nuovo sopra l’Inghilterra, che avevamo battuto agli europei dell’anno prima. La svizzera era ancora lontana dai nostri standard (tant’è che fece un partitone in finale con Taiwan) e poi c’era l’occasione di conoscere le squadre asiatiche: Singapore, Hong Kong e, ovviamente, Taiwan. Le squadre più temute erano soprattutto queste, mentre sapevamo di essere più preparate delle altre squadre europee come Austria, Germania e Repubblica Ceca. Ricordo che ero molto elettrizzata in generale per il mondiale, e soprattutto non vedevo l’ora di giocare di con Taiwan; anche se, in realtà, la partita con loro non mi ha entusiasmato tanto quanto giocare con Singapore il terzo-quarto posto. Il mio obiettivo personale era soprattutto godermi una situazione del genere nella mia città: sapevo che era anche l’occasione di far conoscere il tchoukball (ad alti livelli) alle persone che di solito mi guardavano stralunate quando cercavo di trasmettergli l’entusiasmo per il mio sport.

Ferrara 2011 4Come era il rapporto con gli allenatori e con i ragazzi che hanno condiviso con te l’esperienza durante la preparazione per l’evento?

Irene Fergnani, Femminile Senior:
Beh..siamo sempre state un gruppo un po’ ghignoso! Abbiamo fatto impazzire un po’ tutti gli allenatori che si sono susseguiti nei vari anni, e qualche volta li abbiamo fatti anche scappare! Giko e Andrea Lanza ci hanno accompagnato insieme dal 2008 al 2011 nel corso di tre diversi eventi (due europei e un mondiale), Giko poi ha concluso il suo mandato con l’europeo in Germania del 2014. Anche se le tensioni ci sono state, com’è giusto che sia, di quel mondiale ho dei bei ricordi anche dal punto di vista del rapporto con gli allenatori: di loro ho apprezzato più di tutto la competenza e la professionalità, e l’aver creduto in noi…d’altra parte, sono davvero stati i primi a farlo! E se nel 2017 l’Italia ha finalmente battuto la Svizzera (durante il torneo di Ginevra), un po’ di merito va anche a loro.
Con le ragazze il rapporto è sempre stato di amicizia, con quasi tutte! Tant’è che quell’anno, anche se i mondiali si giocavano nella mia città e la palestra distava davvero poche centinaia di metri da casa mia, decisi comunque di stare con la mia squadra in albergo per entrare meglio in “clima mondiale” e anche per stare più tempo con loro: dividevo la camera con l’Annuz e la Miki, che sono anche state le mie prime amiche nel mondo del tchoukball e con cui ancora oggi ho un bel legame di amicizia al di fuori dello sport.

Andrea Fergnani, Maschile Senior:
La serata al Buskers Garden c’era un concerto di un gruppo che faceva cover rock. La band ci ha salutato prima del concerto. Abbiamo passato la serata sotto il palco tra noi della nazionale italiana ed è stato un momento di svago, ad un certo punto, al clou del concerto le allenatrici ci richiamano all’ordine, tutti in albergo a studiare la partita con la Gran Bretagna del giorno dopo. In un attimo eravamo nella sala privata dell’hotel tutti attenti e motivati a guardare il video delle partite della nostra avversaria. Lo spirito di unione era lo stesso, sotto il palco a fomentare il batterista, e raccolti sulle poltroncine a confrontarci sulle tattiche per il giorno successivo.

Ferrara 2011 6Qual è stata la partita che ti è rimasta in assoluto più impressa? Raccontacela!
Andrea Fergnani, Maschile Senior:
Non abbiamo incontrato Singapore nel girone, così sapevamo che la partita da vincere era con loro in semifinale. Noi eravamo consapevoli che Singapore galoppava dietro Taiwan distinguendosi prepotentemente in Asia. Li abbiamo studiati: al terzo tempo loro mettevano una marcia in più dando il colpo di grazia alle avversarie. Sapevamo che era lì che non avremmo dovuto mollare, e così è stato. Una partita in cui più di tutto ha vinto il cuore e la passione, mi ricordo il punto di Ema che ci ha consegnato la vittoria. È stata una festa per tutti noi.

Marco Fergnani, Maschile Senior:
La semifinale con Singapore.
Quella partita se l’avessimo giocata altre 10 volte le avremmo perse tutte. Ma non quella. Ricordo Ema che fa punto alla fine. Ricordo il boato, le corse e la gioia. Le lacrime.
Io di solito ricordo benissimo le situazioni della partita ma di alcune non ricordo nulla. La semifinale con Singapore fa parte di queste.
L’ho rivista l’anno scorso per la prima volta. E’ una partita che ho dentro.

Ti ricordi un aneddoto divertente di questo mondiale?
Andrea Fergnani, Maschile Senior:
La mia mente va subito alla serata dopo il gala dinner. Alcune cose non le posso scrivere così pubblicamente, se volete ve le racconto di persona. Ferrara è la mia città, c’è un pub che adoro e frequento da tempi immemori, beh, il post serata si è arenato a 40 metri da quel pub, al baretto dei cinesi che non frequenta mai nessuno. Inutile dire che non guarderò mai più quel baretto allo stesso modo, e ogni volta che ci passo davanti non posso dimenticare la balotta che si è consumata lì davanti.

Marco Fergnani, Maschile Senior:
Ricordo che la sera prima della semifinale ci siamo messi a guardare il video di Singapore per decidere come schierarci il giorno dopo. Sembravamo una squadra professionista. Avevamo a mente tutti i giocatori e il loro modo di giocare. Penso che anche questo sia stato fondamentale per il successo finale. Mi è piaciuto molto come momento perché eravamo tutti li, a confrontarci per il bene comune.

Cosa ha significato per te far parte della nazionale italiana? Cosa credi ti abbia lasciato questa esperienza?
Irene Fergnani, Femminile Senior:
Rispondo in generale pensando alla mia esperienza in nazionale che, per il momento, sta ancora continuando. Già il tchoukball in generale mi ha dato molto a livello sportivo e umano: ho trovato il mix giusto di sport, competizione, valori umani, amicizia, esperienza di vita, emozioni. Far parte della nazionale è stato qualcosa di più: dirò cose scontate ma che sono vere per me, condividere il campo con altre 6 ragazze è una cosa meravigliosa, ti infonde una forza diversa, quasi magica! Una carica e una sinergia particolare che viene anche dal difficile lavoro di andare d’accordo fuori dal campo. È davvero un’esperienza unica! A questo si aggiunge il contesto internazionale in cui ti immergi in ogni evento che è sempre molto particolare e bello.

C’è un giocatore di un’altra nazionale con cui hai particolarmente legato?
Irene Fergnani, Femminile Senior:
Non ricordo esattamente quando è iniziato il legame che abbiamo stretto con le ragazze svizzere, ma è un’altra di quelle magie che il tchoukball sa fare: la squadra più temuta e che più di ogni altra speriamo di battere ogni volta, è anche la squadra con cui fuori dal campo ci troviamo meglio (oltre che dentro!). Adesso la nazionale svizzera è cambiata molto, la squadra dei primi tempi era diversa e negli anni ho stretto dei bei rapporti di amicizia soprattutto con le “veterane” come Deborah Noirjean, Samantha Urbina (con la quale nel 2010 ho scambiato la mia prima maglia) e Garance Gutknecht, che tante volte ho ospitato a casa mia a Ferrara. Questi bei legami ci hanno portato anche a condividere molti tornei insieme, sia in Italia che in Svizzera.

Marco Fergnani, Maschile Senior:
Un giocatore di un’altra nazione con cui ho particolarmente legato?? Io parlo poco e male l’inglese e questa è una forte limitazione.
Negli ultimi anni ho legato con Lars (Germania) e in generale conosco tutti ma effettivamente non conosco nessuno. Con gli svizzeri ho un legame particolare, gli ho sempre ammirati e quindi mi sono impegnato maggiormente per parlare un po’ l’inglese con alcuni di loro.
Ci tengo a dire che ho legato molto con i miei compagni di nazionale.
La mia esperienza con questa maglia è stata indelebile e unica anche grazie a chi mi ha accolto da 18enne ultimo arrivato nel 2008. Mi ritengo molto fortunato e sono stato trattato benissimo da tutti i miei compagni. Giocare gli europei nel 2016 da veterano è stato possibile perché ho avuto degli esempi  straordinari che hanno condiviso con me il modo di vivere questo sport.
Ancora oggi, tra noi “nazionali di una volta” c’è un rapporto speciale e unico.

Ferrara 2011 5Sei soddisfatto del tuo lavoro e del risultato della tua squadra, soprattutto nelle fasi finali?
Irene Fergnani, Femminile Senior:
Credo che a livello di classifica più di così non si potesse fare: siamo arrivate quarte perdendo la semifinale con Singapore (neanche di troppo, una decina di punti), dietro a Svizzera e Taiwan. Tutte squadre ancora al di fuori della nostra portata. Quindi sì, sono soddisfatta di come sia andato quel mondiale: a distanza di anni ho i ricordi un po’ sbiaditi sulle singole partite ma ho sensazioni molto positive legate all’evento, alla voglia e all’impegno messo in campo, alla coesione di gruppo dimostrata.
Marco Fergnani, Maschile Senior: Soddisfatto eccome. Un secondo posto in un mondiale era oltre le aspettative soprattutto considerando che in semifinale avevamo Singapore.
La vittoria per me fu quella di portare il tchoukball mondiale nella mia città, nel mio quartiere davanti ai miei amici. Ancora oggi con Fergy capita di raccontarci quando a piedi abbiamo attraversato il nostro quartiere per andare nell’albergo con tutta la squadra. Le sensazioni che abbiamo provato in quel breve tragitto sono ancora nitide ed è sempre un piacere ricordarle.

Quale pensi sia lo scopo della nazionale in uno sport minore come il Tchoukball?
Andrea Fergnani, Maschile Senior:
Migliorarsi, più che vincere. Siamo ancora uno sport pseudo amatoriale, vestito da sport serio. Anche il ruolo della nazionale va inteso con onestà rispetto a come può essere utile allo svilupparsi del movimento. Non abbiamo risonanza sulla stampa, assolutizzare il valore dei risultati sul campo, in ambito internazionale, oltre ad un appagante senso di soddisfazione e l’illusione di “essere Qualcuno” non porta da nessuna parte. L’anelito di risultato, che è legittimo, deve dialogare e compromettersi con la necessità di non slegarsi dalla base del movimento.

Marco Fergnani, Maschile Senior:
Lo scopo della nazionale in uno sport come il TB fatico a comprenderlo.
Adesso che sono invecchiato e guardo la cosa un po’ più da lontano penso che bisognerebbe investire in altre cose,  ad esempio nella diffusione. La nazionale è un elite e prima penso siano necessari altri passaggi.
D’altra parte avere la nazionale rende più appetibile il gioco sia come stimolo per chi gioca sia come aggancio per chi non lo conosce.
Se fosse per me investirei in carovane per un paio di anni anche sospendendo il campionato.
Ogni giocatore dovrebbe capire l’importanza della diffusione in modo da permettere al tchoukball di fare un salto di qualità.
Inoltre penso che la nazionale sia anche con(tro) la carta del tchoukball.
Sono molto estremista ma parlo da ex giocatore, una volta non la pensavo così.
Detto ciò quest’estate sarò assolutamente a tifare sugli spalti a Castellanza!