Road To Eytc & Etc 2018 – Anno 2010: Europeo di Hereford

23 Maggio 2018

Hereford 2010 4Sesta tappa del nostro percorso: Hereford 2010. Filippo Gilli e Michele Volonteri, alla loro prima esperienza in nazionale maschile senior, ci raccontano l’Europeo di Hereford.
Presente all’evento anche la rappresentativa femminile senior.

Senior Femminile:
Allenatore: Giacomo Zinetti
Giocatrici: Anna De Mezzo, Caterina Rizzoni, Chiara Ravani, Francesca Castelli, Giulia Pessino, Irene Fergnani, Laura Rebosio, Maria Negrisolo, Michela Corbella, Simona Merlone

Senior maschile:
Allenatrice: Ilaria Calcaterra
Giocatori: Alessandro Aceti, Andrea Fergnani, Diego Carugati, Emanuele Tramacere, Filippo Gilli, Giacomo Zinetti, Giorgio Zinetti, Marco Fergnani, Michele Volonteri, Paolo Dolzani, Stefano Barabani, Stafano Zaffaroni

 

Raccontaci in breve l’evento: quali erano le squadre più temute e quelle con cui non vedevi l’ora di giocare, quale era l’obiettivo della rappresentativa italiana e quale il tuo obiettivo personale.

Filippo Gilli:
Sicuramente nel 2010 le uniche squadre temibili in Europa erano la Svizzera e la Gran Bretagna, e di conseguenza queste 2 partite erano quelle più attese. L’Italia era una nazionale in grande crescita e l’obiettivo era quello di avvicinarsi alle due “superpotenze” per provare anche a superarle. Dal punto di vista personale, io ai tempi ero ancora un giovane di belle speranze e il mio obiettivo quindi era quello di dare il massimo e ben figurare nei momenti in cui ero chiamato in causa, dando il mio supporto ai giocatori più esperti che guidavano la squadra.

Michele Volonteri:
Nel 2010 le squadre più in forma del momento erano sicuramente la favorita Svizzera, i padroni di casa della Gran Bretagna e noi Italia che disponevamo di forti giocatori in tutti i comparti. Ed infatti queste sono state le 3 squadre a salire sul podio. Il nostro obiettivo, come il mio del resto, era quello di conquistare l’oro anche se sapevamo che battere la Svizzera era un’impresa.

Quale è stata la strada che ha portato alla tua convocazione?

Michele Volonteri:
Il ruolo da centrattacco era molto ambito e c’erano giocatori molto forti prima di me. Mi ricordo la convocazione agli allenamenti e poi un bel giorno arrivó la lieta notizia. Hereford è stata proprio la mia prima esperienza in Nazionale.

Filippo Gilli:
Ricordo ancora la gioia e la soddisfazione del momento in cui ho saputo della convocazione, che speravo tanto di raggiungere ma che era tutt’altro che certa. Infatti posso proprio dire che la convocazione è arrivata in extremis grazie all’impegno e alla determinazione che ci ho messo e che ha convinto le allenatrici a selezionarmi a discapito di qualche altro giocatore con più esperienza.

Come era il rapporto con gli allenatori e con i ragazzi che hanno condiviso con te l’esperienza durante la preparazione per l’evento?

Filippo Gilli:
Come al solito, il clima era superpositivo e il gruppo era fantastico, c’era sintonia fra le allenatrici e i giocatori e anche fra di noi c’era il giusto equilibrio fra la voglia di divertirsi e la voglia di raggiungere gli obiettivi che c’eravamo prefissati. Ricordo ancora il tavolo da ping pong che ci aveva intrattenuto nelle pause e le serissime riunioni di squadra per assegnare i famosi “voti” 😀

Michele Volonteri:
Bè ovviamente abbiamo sempre avuto grande affiatamento sia in campo che fuori. Eravamo una Nazionale molto legata e penso sia grazie anche a questo che l’anno successivo siamo riusciti a conquistare l’argento ai Mondiali.

2010Quale è stata la partita che ti è rimasta in assoluto più impressa? Raccontacela!

Michele Volonteri:
La partita che più mi è rimasta impressa è stata sicuramente quella con GB dato che era una questione di “dentro o fuori”. Noi, GB e Svizzera avevamo gli stessi punti e si guardava solamente la differenza punti per accedere alla finale. E nonostante la vittoria non siamo riusciti ad arrivare ai punti necessari per la lotta alla medaglia d’oro. Il dopo partita è stato devastante. Ma è stata una lezione che ci è servita per il futuro.

Filippo Gilli:
Naturalmente la partita con la Gran Bretagna, che era decisiva per l’accesso alla finale per il 1º posto. La Gran Bretagna aveva battuto la Svizzera di 3 punti, mentre noi avevamo perso con la Svizzera di 7 punti, e quindi sapevamo di dover vincere con 5 punti di scarto per accedere alla finale grazie alla differenza punti negli scontri diretti. La partita è stata tesissima ed equilibratissima, io ricordo l’impressione che noi fossimo superiori ma allo stesso tempo loro erano dei veri lottatori (forse fin troppo) e sono rimasti attaccati alla partita con le unghie e con i denti. Ricordo un Alessandro Aceti mostruoso (di più su questo punto alla domanda successiva) e purtroppo qualche errore di troppo da parte nostra fra regalati e passaggi sbagliati che alla fine sono costati tantissimo. Alla fine abbiamo vinto di 4 punti, dopo aver avuto 2 tiri per il +5 negli ultimi 15 secondi, e la delusione è stata immensa. Però quella partita è stata un grandissimo insegnamento per il gruppo.

Ti ricordi un aneddoto divertente di quell’ europeo?

Filippo Gilli:
Ce ne sarebbero tanti, ma ne menziono due in particolare. Il primo è la racchettata di Paolo Dolzani all’arcata sopracciliare del malcapitato Alessandro Aceti durante una partita nel già citato tavolo da ping pong. Il taglio che ha procurato ci ha fatto gelare il sangue visto che l’episodio è successo subito prima della partita decisiva con la Gran Bretagna e il povero Acio era un giocatore fondamentale per la squadra. Fortunatamente si è ripreso subito, in tempo per una superprestazione con gli inglesi nonostante la medicazione e l’occhio gonfio da pugile! Dopo l’episodio ne abbiamo dette di tutti i colori a Dolzo!

Il secondo aneddoto riguarda il grande Michele Volonteri e le sue imprese nella serata di gala….

Michele Volonteri:
Quando ci trovavamo in “Casa Italia” tra noi della Nazionale, sia maschile che femminile, mi ricordo le tante risate che ci facevamo. E poi come dimenticare la cena di gala…potrei usare una frase di un famoso poeta contemporaneo per spiegare la situazione: eravamo “dignitosamente brilli” (cit.).

Hereford 2010 6Cosa ha significato per te far parte della nazionale italiana? Cosa credi ti abbia lasciato questa esperienza?

Michele Volonteri:
È stata un’esperienza unica che sicuramente porteró con me per sempre. Si provano delle emozioni indescrivibili e si creano dei legami molto forti tra compagni di squadra. Ho avuto l’onore di far parte della Nazionale Italiana e ne saró sempre grato.

Filippo Gilli:
Far parte della Nazionale è sempre stato (e rimane tutt’oggi) un mio grande obiettivo sia per una questione di ambizione personale, sia perché le competizioni internazionali sono estremamente divertenti oltre che sfidanti. Se ripenso a tutte le esperienze che ho avuto la fortuna di vivere grazie alla Nazionale di tchoukball non posso fare altro che ritenermi fortunato, perché è grazie ad esse che ho imparato moltissime cose e ho conosciuto persone splendide. E poi nel mio piccolo ho sempre qualcosa da raccontare e l’opportunità di dire “ho giocato in Nazionale”…anche se si parla di uno sport minore come il tchoukball, la Nazionale è la Nazionale!

C’è un giocatore di un’altra nazionale con cui hai particolarmente legato?

Filippo Gilli:
Ho un bellissimo rapporto con moltissimi giocatori delle altre nazionali, ma se devo pensare a qualcuno in particolare relativo a quell’evento direi Loïc Herinckx della Nazionale Svizzera, con cui avevo anche scambiato la maglia.

Michele Volonteri:
Non ce n’è uno in particolare. Si chiacchierava sempre un po’ con tutti: inglesi, svizzeri, austriaci…eravamo tutti una grande famiglia! Spesso mi confrontavo con Manuel Steineck della Nazionale Austriaca…con lui avevo un buon rapporto.

Hereford 2010Sei soddisfatto del tuo lavoro e del risultato della tua squadra, soprattutto nelle fasi finali?

Michele Volonteri:
Sono più che soddisfatto di quello che ho e che abbiamo fatto. Abbiamo sicuramente dato il massimo anche se non siamo riusciti nel nostro intento, ma come ho detto prima questo ci è servito per il futuro.

Filippo Gilli:
Devo dire che il lavoro svolto sia da me, sia dalla squadra, era stato molto soddisfacente e in quegli anni il nostro livello si era innalzato di molto. Naturalmente il nostro obiettivo era quello di arrivare a giocarci la vittoria finale e ne avevamo assolutamente la possibilità, quindi il risultato finale non è stato molto soddisfacente. Tuttavia, quello è stato sicuramente un bel trampolino di lancio per l’incredibile 2º posto ai Mondiali di Ferrara che abbiamo poi raggiunto l’anno seguente.

Quale pensi fosse (o sia) lo scopo della nazionale in uno sport minore come il Tchoukball?

Filippo Gilli:
A mio avviso la Nazionale deve rappresentare l’eccellenza del movimento, perché stiamo pur sempre parlando di una competizione sportiva nonostante sia ovvio che il tchoukball abbia meno risalto di altri sport. Per eccellenza naturalmente intendo eccellenza sia dal punto di vista sportivo, sia dal punto di vista dello spirito della squadra, perché la Nazionale è una sorta di emanazione del movimento del tchoukball italiano e quindi deve trasmettere i valori che contraddistinguono il nostro sport. Queste due componenti per me sono fondamentali sia per poter avere più esposizione all’esterno e provare ad allargare il movimento (con un ottimo risultato è più facile farsi notare generando interesse), sia per consolidare quello che già c’è, cercando di dare l’esempio al fine di stimolare tutti a migliorarsi nel gioco, mantenendo allo stesso tempo inalterato lo spirito. Per questo motivo spero che saranno moltissimi i giocatori italiani che andranno a Castellanza ad assistere all’Europeo!

Michele Volonteri:
La Nazionale innanzitutto fa crescere i suoi giocatori sia dal lato umano che dal lato sportivo, poi è compito dei giocatori e degli allenatori portare la propria bandiera ai massimi livelli.