Road to Eytc & Etc 2018 – Anno 2007: World Game Warm-Up Kaohsiung
9 Maggio 2018
Nuovo evento e nuovo racconto: i World Game Warm-Up di Kaohsiung sono stati la prima esperienza al di fuori dei confini europei per la rappresentativa italiana ed è di Paolo Dolzani il compito di rispondere alle nostre domande.
Con un’intervista simpatica e leggera, Paolo è riuscito a farci capire cosa vuol dire per un tchouker alle prime armi essere catapultato nel mondo del tchoukball taiwanese!
Allenatori: Mario Fantini e Chiara Volontè
Giocatori: Alessandro Aceti, Andrea Fergnani, Diego Carugati, Edoardo Tartarini, Filippo Gilli, Giacomo Zinetti, Giorgio Zinetti, Marco Fergnani, Mario Fantini, Paolo Dolzani
Raccontaci in breve l’evento: quali erano le squadre più temute e quelle con cui non vedevi l’ora di giocare, quale era l’obiettivo della rappresentativa italiana e quale il tuo obiettivo personale.
Eh dura ricordare… si tratta di ben 11 anni fa! Sinceramente non avevo ben chiaro chi mi sarei trovato ad affrontare, né il livello che avrebbero potuto avere. Sicuramente Taiwan, che presentava due squadre essendo la nazione ospitante, era quella da cui mi aspettavo di più. Io e gli altri miei compagni ferraresi avevamo alle spalle un solo anno di esperienza, ed eravamo riusciti a catapultarci dentro la nazionale per caso più che per merito. La cosa per cui eravamo più gasati era che eravamo praticamente l’unica nazionale europea dell’evento, e avremmo potuto ricavare un’esperienza UNICA per il confronto con le altre realtà asiatiche, abituati alle partite con sole altre 5 società durante il primo campionato del 2007. L’obiettivo era arrivare più in alto possibile e fare una bella figura, e nonostante le ampie sconfitte con entrambe le taiwanesi, le soddisfazioni di battere tutte le altre nazioni e arrivare in finale e poi al secondo posto sono arrivate. E’ stato sicuramente un gran trionfo, nonostante il nostro gioco a posteriori molto scarso.. qualche video dovrebbe ancora essere recuperabile di quelle partite.
Quale è stata la strada che ha portato alla tua convocazione?
Durante l’estate Mario Fantini aveva proposto a me, Fergy, Fergna e Edo (tra i più carichi in quel periodo) questa pazzia: volare fino a Taiwan -pagandoci tutto noi- e giocare con la maglia italiana. Come si poteva dir di no? Essendo ancora il movimento TBI molto agli albori, tristemente potrei dire che “chi poteva permetterselo, andava”, ma tutto sommato la squadra era rispettabile e anche se noi ferraresi venivamo da pochissima esperienza eravamo spinti da una passione colossale e potevamo comunque dire il nostro sul campo (Fergna soprattutto che a quei tempi incredibilmente era veramente un vero talento). Se non ricordo male abbiamo fatto qualche serie di allenamenti preparatori per affinarci nei 4 mesi successivi per poi partire a fine Ottobre.
Come era il rapporto con gli allenatori e con i ragazzi che hanno condiviso con te l’esperienza durante la preparazione per l’evento?
Gli allenatori erano Mario Fantini e Chiara Volontè. Sarebbe dovuta venire pure Sabrina Basilico, ma non ricordo per quale motivo è dovuta rimanere in Italia. Mario era coach anche nella nostra società a Ferrara, quindi fortunatamente da quel punto di vista ero già adattato. Gli altri giocatori invece erano tutti Castor e personalmente credo ci siamo integrati molto presto. Giocando assieme a loro abbiamo potuto imparare molto, e per quegli anni non era un’opportunità così comune (non c’erano tanti tornei o occasioni per farlo, ed eravamo gli unici lontani dal polo lombardo). Poi prendere un volo da 13 ore assieme, esplorare Taipei e Kaohsiung e giocare con la maglia Italiana.. Per forza di cose nascono legami forti che tutt’ora molto saldi!
Quale è stata la partita che ti è rimasta in assoluto più impressa? Raccontacela!
Sicuramente le due partite con le squadre Taiwanesi! Come sempre però ho ricordi molto annebbiati per le partite che gioco (faccio fatica pure a ricordarmi azioni dell’ultima giornata di campionato!) ma posso dire senza ombra di dubbio che erano veramente un altro livello. Anzi di più, giocavano un altro sport. Ricordo questi ribaltamenti super tesi, che sembrava che invece che avere traiettorie a parabola, salissero anche verso l’alto. Ho bene a mente anche i movimenti di polso e braccio, simili ma più “rudimentali” rispetto a quelli che fanno ora, che ci ingannavano praticamente sempre. Ma non ci facevano innervosire o arrabbiare, anzi eravamo curiosi di cosa era possibile fare nel tchoukball ad alti livelli e volevamo emularli o almeno cercare di “reggere il gioco” e dargli un minimo di difficoltà sarebbe stato motivo d’orgoglio. Incredibile che non avessero mai visto i lungolinea prima che li facessero Diego, Edo e altre ali sx fuorimano che avevamo: un asso nella manica che ci ha fatto macinare parecchi punti e per cui Mr. Fang stesso (allenatore/giocatore, ai tempi) non aveva preso contromisure (non che ce ne fosse bisogno, visto che avrebbe vinto comunque di 30 punti). Altra cosa assurda, avevano un centrattacco che riusciva praticamente a difendere da solo 70°. NON SCHERZO. E giocava col cappellino in palestra. Ed era ciccio ma intuiva subito il tiro che avrebbe ricevuto. Pazzesco, noi faticavamo anche a difendere i tiri addosso, dopo 36 finte minuziose di polso, e a loro invece bastava un giocatore a pannello a momenti. Ma pensate a cosa cavolo era abituato a difendere sto qua, secondo me lo annoiavamo a morte eheh. Poi solite cose, ogni azione un “OSSA-IIIIIESSSSSAN CHA!”, il loro urlo caricante. Però il pubblico tifava stranamente noi..
Ah ricordo di aver fatto punto in POWERBOMB al volo su passaggio di Diego Carugati. Nel video di anteprima dei mondiali del 2011 se non sbaglio si vede pure questa azione! XD
Ti ricordi un aneddoto divertente di quel mondiale?
Ce ne sono a decine! Forse il più diverente in assoluto è questo.
Un paio di giorni prima dell’evento, andiamo a vedere la palestra dove avremmo giocato, e si stava allenando una squadra locale di basket. Io, Fergy, Edo, Fergna e Diego decidiamo ovviamente di sfidarli (anche di questo, Gio Zinetti ha fatto il video ed è sicuramente recuperabile!), ma dobbiamo aspettare che finiscano la partitella a tutto campo che stavano facendo tra di loro. Ora immaginatevi a mente questa scena. Mentre giocavano da un lato, Diego faceva due tiri nel canestro opposto per ingannare il tempo, e dopo punto/palla persa si metteva fuori campo. A un certo punto non si è accorto che stavano arrivando, la palla è rimbalzata in modo strano sul canestro e si è mosso verso la mandria di giocatori che stavano facendo contropiede. Uno degli attaccanti taiwanesi gli è cozzato contro (sarà stato la metà di lui) e son caduti a terra entrambi. Pensavamo di aver creato un incidente diplomatico, invece per fortuna nessuno s’era fatto male e tutti abbiamo dato dello scemo a Diego.
Potrei anche raccontarvi di nuovamente Diego che si perde nel tragitto di 500m per prendere la metro; di me che a una sala giochi di sole Craw Game, quelle coi ganci con artiglio in cui prendere dei pupazzetti di vario tipo, perdo –leggere INVESTO– 5-6€ (parecchi gettoni.. per farvi capire un menù XL mc donald’s costava attorno ai 2,50€ ) per prendere un regalo a mia sorella; di Acio che si finiva cubi su cubi di Rubik in aereoporto, del passaporto di Fergna che a due mesi dal ritorno puzzava ancora da uova marce dopo che era stato 10 minuti in un 7-Eleven; di qualche leggendario receptionist dello scrausissimo hotel di Taipei in cui siamo stati i primi 3 giorni che sembrava ci provasse con Diego; di Mr. Fang che ovunque andasse aveva ai piedi delle Stabil 7 blu (creando forse inconsapevolmente una moda). Ce ne sarebbero veramente tantissimi!
Cosa ha significato per te far parte della nazionale italiana? Cosa credi ti abbia lasciato questa esperienza?
Ho risposto prima su questo punto, ma posso anche dire che la prima volta che ho rappresento l’Italia ho dato poco peso alla cosa, l’ho vissuta più come un torneo fichissimo in cui imparare tanto e che ha innalzato notevolmente la passione e carica per il tchoukball. Non sarei cresciuto così velocemente se non avessi avuto l’opportunità, per cui mi sono sentito estremamente fortunato per averlo potuto fare. Al nostro ritorno eravamo veramente persone cambiate, con una visione per precisa sul come allenarci, come avremmo dovuto giocare da lì in poi, che obiettivi raggiungere e cercare di farlo nel più breve tempo possibile. Non è così scontato come chi sta leggendo potrebbe essere pensare sia adesso, perché ai tempi i tchouker italiani erano poche decine e il livello era ancora estremamente basso.
Quale parola useresti per descrivere la tua esperienza e perché?
Preziosa. Come ho detto, non sarei quel che sono se non avessi fatto quell’evento. Tanti insegnamenti sportivi, tante esperienze in un paese in cui probabilmente non sarei mai andato (e per ora unico paese extra europeo che abbia visitato)..
C’è un giocatore di un’altra nazionale con cui hai particolarmente legato?
No, purtroppo avevo già da legare coi miei compagni di squadra e se non sbaglio i ritmi della giornata erano intensissimi. Inoltre la barriera linguistica è un ostacolo allucinante, avevamo dei supporter che parlavano abbastanza bene inglese, ma anche se ci fosse stato il tempo sarebbe stato strano e pesante parlare attraverso di loro con altri giocatori. Sicuramente però ha impressionato tutti il giocatore #9 di Taiwan A, a detta di tutti il miglior giocatore di quegli anni.
Sei soddisfatto del tuo lavoro e del risultato della tua squadra, soprattutto nelle fasi finali?
Assolutamente si! Come dicevo, tutte vittorie, a parte con le due Taiwanesi e quindi secondo posto come risultato. Inoltre abbiamo fatto una 50 di punti ai taiwanesi che contando la nostra esperienza non era da poco. Lasciate stare il fatto che ce ne abbiamo dati un’ottantina loro.. Dettagli!
Quale pensi fosse (o sia) lo scopo della nazionale in uno sport minore come il Tchoukball?
Beh banalmente in generale direi avvicinare le persone. Nel TB in particolare, essendo che lo sport si basa sul rispetto avversario, almeno sulla Carta (hihi l’avete capita?), è molto più facile che si creino amicizie tra le nazioni. Molti miei grandi amici sono gli svizzeri, inglesi, tedeschi e austriaci con cui si bazzica da anni. Al contrario, il torneo del 2007 è stato per me invece più che altro un’esperienza per crescere sportivamente e avvicinarmi di più ad altri italiani.